Erano passate solo poche ore dalle 3.32 del 6 aprile 2009, il momento più drammatico della storia recente per la città aquilana: macerie ovunque, devastazioni, intere famiglie distrutte. Eppure, già in quella mattinata convulsa, ANDI stava cominciando ad attivarsi per fornire supporto odontoiatrico alla popolazione così duramente colpita.
La prima azione concreta è stata la creazione di una task-force che, dalle 24 ore successive, si è messa a disposizione dell’allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, per fronteggiare le emergenze odontoiatriche, così da poter garantire la presenza di odontoiatri volontari per l’istallazione di uno studio odontoiatrico di urgenza, autonomo in termini di attrezzature e materiali.
Parallelamente, grazie al coordinamento di Fondazione ANDI, in sinergia con UNIDI e ANCAD, oltre all’intervento dell’area sanitaria di Confprofessioni, è stata allestita una prima Unità Mobile, poi seguita da una seconda, a supporto dei dentisti della zona colpita dal sisma, permettendo loro di dare continuità alle cure ed alle urgenze odontoiatriche dei propri pazienti e di tutta la popolazione.
Un’attività, quella di Fondazione, che si è progressivamente esplicitata seguendo due direttive: una prima più strettamente logistico-organizzativa, per l’organizzazione dell’attività in loco e una di raccolta fondi che ha registrato una forte e solidale risposta. Una cassa di risonanza che ha permesso, unitamente ai fondi provenienti da ANDI e da Fondazione, di realizzare un ambulatorio odontoiatrico, intitolato al Collega e Socio Dante Vecchioni, rimasto vittima del terremoto e un centro chirurgico per le cure odontoiatriche in sedazione (mancante in città).
Un’attività e un impegno proseguiti silenziosamente, ma costantemente e che ancora oggi permettono di mantenere viva l’attenzione verso una regione che cerca di tornare alla normalità, superando difficoltà enormi di ogni genere.
A tutta la popolazione de L’Aquila e dei centri colpiti, ANDI continua a esprimere vicinanza nei fatti e nei sentimenti e lo farà fino a che il terremoto potrà, pur rimanendo nei cuori di chi lo ha vissuto un lutto inestinguibile, essere soltanto un drammatico ricordo.