Riprende l’attività di corrispondenza della sezione esteri ANDI con le associazioni odontoiatriche internazionali.
Superata la fase più critica dell’emergenza Covid-19, la Società Stomatologica Cinese rende note le condizioni operative che hanno caratterizzato l’impatto della pandemia nella nazione che ne ha visto l’insorgenza.
Colti impreparati, per loro stessa ammissione, ad affrontare un virus subdolo e sconosciuto, i dentisti cinesi per primi hanno dovuto imparare a farsi strada in un territorio fino a quel momento ignoto. In un lungo documento, licenziato dalla Società Stomatologica Cinese e recentemente tradotto in inglese, si può seguire, a quasi sette mesi di distanza, tutta la parabola della risposta al virus organizzata dal gigante asiatico.
Il testo “Risposta cinese al Covid per il settore odontoiatrico” si divide in due parti. Da un lato, l’Associazione ha elaborato dettagliate linee guida relative all’operatività in sicurezza, nel quale si leggono norme di prevenzione ormai familiari, e applicate in tutto il mondo: il triage telefonico preventivo, la disinfezione degli spazi, l’obbligatorietà dei DPI per operatori e pazienti e la gestione del paziente a rischio. Questa parte, di certo la più lunga e dettagliata, risulta anche la meno interessante, dato il contenuto ormai condiviso a livello internazionale.
La seconda parte del documento, invece, fa emergere un altro ruolo che l’Associazione si è trovata a svolgere nei mesi passati. Come detto in precedenza, i dentisti cinesi si sono trovati ad operare, per buona parte dell’emergenza, in un contesto completamente nuovo: le ricerche epidemiologiche e cliniche sul virus, che hanno guidato buona parte della prassi operativa in altri paesi, sono arrivate durante, o addirittura dopo le prime settimane di emergenza. Gli odontoiatri cinesi hanno invece dovuto fare ricorso a studi ancora in fase iniziale, caratterizzati, ovviamente, da limitate verifiche scientifiche. Per questo, l’Associazione Stomatologica Cinese si è assunta il compito di fungere da filtro per i suoi associati, elaborando linee operative e informative e, ancora prima, dando massima visibilità solo a studi verificabili, realizzati sulla base di protocolli verificati e rispettando parametri scientificamente validi. Ricoprendo questo ruolo, l’Associazione ha creato un contesto in cui, anche in temporanea assenza di linee guida unitarie, un odontoiatra potesse fin da subito avere a disposizione le informazioni più attendibili sulla pandemia in corso, elaborando così una prassi clinica rigorosa. Da ultimo, si nota una vistosa assenza tra gli argomenti trattati dal documento cinese: questa “Risposta Cinese” si limita a dare risposte cliniche, ma manca, per il momento, ogni informazione sull’impatto economico. Dati sulle misure relative alla compensazione delle perdite derivanti dalla sospensione delle attività, ai rifornimenti di DPI, alla materia fiscale e in sostanza, alla capacità generale di ripartenza degli studi odontoiatrici dopo la pandemia di COVID.