Lo studio operativo: i consigli dell’architetto sui materiali da utilizzare per estetica e funzionalità

Abbiamo già accennato in precedenza dell’immagine più opportuna da conferire allo studio operativo, tenendo ben presenti sia i desideri del medico, che le probabili aspettative del paziente.

In questo articolo cerchiamo di analizzare i vari materiali di finitura utilizzabili confrontando estetica con caratteristiche tecniche e prestazionali.

Soffitti.
Sia che si tratti di soletta di struttura che di controsoffittature in cartongesso o materiali simili, consiglierei finiture opache e chiarissime (bianco ) er i seguenti motivi:

– aumentano la sensazione di ampiezza del locale
– riflettono meglio la luce di eventuali emissione di luce indiretta da corpi illuminanti appendi nati, ottenendo maggior luminosità a parità di potenza impegnata
– non “colorano” la luce artificiale falsando la qualità della gradazione di circa 5.000 ° K di partenza.
Con un soffitto colorato si possono creare effetti particolarmente suggestivi, ma probabilmente più adatti in ambito non clinico.

Pareti.
Le superfici verticali, per norma, devono essere rivestite o trattate in modo da risultare facilmente lavabili (con buona resistenza all’abrasione) ed idrorepellenti. Non si ritengono in tal senso lavabili le normali idropitture così definite.
I regolamenti Locali di Igiene consentono di limitare tali trattamenti solo fino ad una certa altezza ( mediamente 180 cm. ) ma sia per estetica che per qualità di immagine percepita si consiglia di estenderli ad altezza totale.
In caso di verniciatura, si ottengono buoni risultati ( e un valido rapporto costo/qualità) con l’applicazione di due o più mani incrociate di smalto all’acqua satinato in tinta molto chiara.
Questo sempre per motivi di colorazione della luce: in caso di decorazioni caratterizzanti e a tinte vivaci (a volte, la ripresa del colore della tappezzeria della poltrona) si possono realizzare su superfici limitate.
Gli smalti lucidi fanno risaltare maggiormente le minime imperfezioni superficiali delle rasature. Quanto sin qui definito come smalto può essere sostituito con altri materiali, fatte salve le citate caratteristiche tecniche.
In caso di rivestimento possono essere applicate tappezzerie viniliche, pvc per superfici verticali, laminati e simili. Oggi esistono anche materiali adatti sia per rivestire pareti che per altri usi ( ad esempio piani di lavoro) la cui composizione garantisce la termosaldabilità ( eliminazione di giunti aperti )e la non proliferazione batterica: ovviamente aggiungono qualità di ambiente, da valutare in rapporto ai costi. In ogni caso molta attenzione deve essere data al perfetto accostamento laterale di teli o pannelli.

Pavimenti.
La necessità di facilità di sanificazione e di idrorepellenza resta invariata.
Le pavimentazioni in gres ceramico garantiscono una ottima resistenza nel tempo e sono tecnicamente valide a patto che le stuccature vengano effettuate con appositi materiali a base cementizia idrorepellente.
Le pavimentazioni in pvc o linoleum sono meno durature nel tempo ma presentano alcuni vantaggi: si possono realizzare gusce perimetrali in sostituzione dei battiscopa ( a tutto vantaggio della facilità di pulizia), presentano una superficie liscia e quindi agevolano chi per abitudine si sposta in posizione seduta sullo sgabello con ruote, non sono superficialmente particolarmente duri ed aggressivi e quindi possono evitare la rottura di strumenti o protesi che dovessero incidentalmente cadere. Questi vantaggi sono reali solo se la posa si effettua su apposito sottofondo autolivellante e si saldano le giunzioni con cordolo di sigillatura a caldo.
Molto accattivanti e tecnicamente ineccepibili (non presentano soluzioni di continuità) sono le pavimentazioni in resina. Va prestata molta attenzione alla qualità dei sottofondi per evitare la formazione di fessurazioni e cavillature in fasi di assestamento successive alla posa.
Valuterei con attenzione l’uso di pavimenti tecnici sopraelevati. Indubbiamente nel corso del tempo può risultare molto utile la possibilità di facile rimozione e riposizionamento, sia per riparazioni di carattere impiantistico che per eventuali esigenze di modifiche (ad esempio, quando si decide la sostituzione di una poltrona cambiandone il tipo può essere necessario spostare gli attacchi sotto pavimento). E’ necessario però verificarne la tenuta (meglio se le lastre sono a tenuta con guarnizione perimetrale ): le fessure aperte lasciate da difetti di posa o da assestamenti, infatti, fanno mancare la citata e necessaria garanzia di perfetta lavabilità e sanificazione.
Indipendentemente dal materiale scelto, ricordo l’utilità (anche futura) di disporre di adeguate quantità di scorta.

Arch. Marco Mapelli professionista in Milano