È critica la posizione di ANDI – Associazione Nazionale Dentisti Italiani – nei confronti della raccomandazione di OMS, diffusa il 12 agosto, che invita a rimandare le visite odontoiatriche non urgenti al fine di ridurre il rischio di contagio da Coronavirus (vedi documento) .
In particolare, il testo diffuso dall’OMS in queste ore, pur riconoscendo che la prevenzione di problemi dentali e la cura dei denti rimangono una priorità assoluta, consiglia di “ritardare l’assistenza orale non essenziale, che di solito comprende controlli periodici, pulizie dentali e cure preventive”.
ANDI non condivide tali raccomandazioni e ribadisce che lo studio dentistico è un luogo sicuro. A maggio u.s. il Comitato Tecnico Scientifico aveva elaborato un documento, validato dal Ministero della Salute, contenente le indicazioni necessarie per la prevenzione del rischio biologico da Coronavirus in Fase 2, immediatamente recepite da tutta la odontoiatria italiana.
“Ci rendiamo conto che l’appello di OMS riguarda in particolare quei Paesi nei quali non si possono garantire le misure di precauzione e di prevenzione in atto in Italia sin dall’inizio della pandemia – dichiara il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda – La situazione italiana è tuttavia chiara: le indicazioni operative definite dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute sono efficaci e consentono lo svolgimento di ogni manovra terapeutica odontoiatrica in assoluta sicurezza per il paziente, per il personale medico e per quello ausiliario dello studio odontoiatrico. L’uso costante delle procedure e dei DPI individuati nelle indicazioni operative ministeriali rappresenta un presidio di sicurezza certo, come oggettivamente comprovato da questi mesi di ordinaria attività degli studi dentistici italiani nella fase 2 della pandemia”.
Per approfondire ulteriormente il livello delle conoscenze relative alla ipotesi di rischio di contagio da Coronavirus nello studio dentistico, ANDI ha già da tempo commissionato all’Università di Ferrara, attraverso il Prof.Manzoli, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e al gruppo di ricerca del Prof. Brambilla, dell’Università di Milano, una serie di ricerche e di tests con il coronavirus umano: l’obiettivo è quello di quantificare precisamente il rischio di infezione durante l’espletamento delle più comuni procedure assistenziali.
I risultati di queste ricerche saranno disponibili entro la fine di agosto.
“A quel punto si potrà distinguere fra timori e realtà, superando definitivamente l’ambigua attenzione sugli studi dentistici che spesso viene ad essere sollevata solo a scopo di attenzione mediatica – conclude il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda – In un momento nel quale le comunicazioni si accavallano, rendendo difficile distinguere il vero dal falso, ANDI continua a sostenere e divulgare esclusivamente tesi certe e validate.”