Con la firma avvenuta il 25 maggio a Verona del Protocollo di collaborazione tra ANDI e l’Associazione Italiana degli Studenti di Odontoiatria, si è concretizzata la comune volontà di offrire ai dentisti di domani nuove opportunità, in particolare in relazione al difficile passaggio dal mondo accademico a quello professionale.
È stato estremamente interessante, fuori dai contesti istituzionali, ascoltare la voce dei diretti interessati, gli studenti che ogni giorno si confrontano con l’impegno universitario e con le incognite di un futuro lavorativo dai contorni complessi.
L’immagine che emerge dalla conversazione con un gruppo di soci AISO restituisce un profilo ANDI per certi versi inedito, un ritratto che attribuisce due valenze differenti all’organizzazione, in base alla sua realtà territoriale, rispetto a quella nazionale: infatti, i giovani studenti percepiscono ANDI nazionale come un’organizzazione sindacale forte e con obiettivi concreti per i propri associati, un sindacato tout court, nella sua rappresentazione istituzionale.
Invece, anche in forza delle prime esperienze di vita associativa maturate nelle sezioni, l’Associazione viene sentita, a livello locale, come “gruppo”, un insieme di persone accomunate da una passione, prima ancora che professione, che conduce a iniziative condivise in ambito culturale e formativo.
Alla domanda su cosa uno studente di Odontoiatria si aspetti da ANDI, i pareri sono stati pressoché univoci: “un punto di riferimento utile a muovere i primi passi in ambito lavorativo dopo il conseguimento della laurea e, successivamente, nell’attività professionale”.
Se dunque l’Associazione è considerata come una sorta di potenziale “tutor” in una delle fasi più delicate nella vita di un Odontoiatra, non di meno sono stati rilevate le valenze sindacali e quelle che delegano ad ANDI la promozione e lo sviluppo dell’Odontoiatria, lasciando emergere una forte esigenza di continuità tra la formazione universitaria e quella professionale.
Infatti, nel momento in cui si è chiesto di focalizzare concretamente i punti di maggior interesse sono emerse quelli che, in proiezione futura, saranno gli aspetti più temuti, ovvero la gestione burocratica di uno studio, le problematiche assicurative e la formazione culturale post-laurea.
In conclusione, emerge un plauso generale sull’accordo ANDI-AISO, considerato unanimemente molto positivo; si sono evidenziate esigenze formative parallele e successive al percorso accademico, ma anche una chiara richiesta di competenze extra cliniche, indispensabili per le scelte professionali future. Una sorta di appello, dal quale si intuisce una risposta ben augurante sul modello professionale auspicato da molti giovani studenti.