Nella settimana di Pasqua il Dipartimento delle Finanze del MEF ha pubblicato i primi dati afferenti le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche e le dichiarazioni IVA relative all’anno d’imposta 2020.
In attesa di conoscere i dettagli relativi ai titolari di partita IVA, si possono esprimere alcune considerazioni sulla condizione dei lavoratori autonomi del nostro Paese, categoria particolarmente colpita, anche sul piano economico, dalla pandemia COVID-19.
In effetti le dichiarazioni IRPEF dimostrano quanto, come addetti ai lavori, avevamo registrato già al momento del varo delle prime disposizioni emergenziali: una diffusa situazione di sofferenza considerando, ad esempio, che poco meno della metà dei professionisti iscritti alle casse già nel 2019 non superava la soglia di 20mila euro di reddito. Condizione peraltro testimoniata da altri due dati:
- il continuo calo, in termini reali, dei redditi dei professionisti iscritti alle Casse, che nel 2019 (ovvero prima della pandemia) erano diminuiti di circa il 15% rispetto al 2005;
- il numero (oltre mezzo milione) di professionisti che hanno beneficiato del cosiddetto reddito di ultima istanza, sotto forma di indennità erogate dalle Casse.
Allora, se non sorprende che il reddito complessivo dichiarato ai fini IRPEF nel 2020 sia diminuito del 1,1%, dovrebbero destare ben più stupore i dati scorporati per tipologia di reddito prodotto:
- meno 11% i redditi di impresa;
- meno 8,6% quelli di lavoro autonomo;
- meno 1,6% quelli di lavoro dipendente;
- più 2% quelli di pensione.
Numeri che perentoriamente dimostrano come il peso economico della pandemia sia stato sopportato in gran parte dal mondo del lavoro autonomo e indipendente.
Prendendo invece in considerazione i redditi medi in termini assoluti risulta evidente come, nonostante i danni prodotti dall’emergenza sanitaria, i professionisti rappresentino la categoria che dichiara di più (52.980 euro), seguita a grande distanza da dipendenti (20.720), imprenditori (19.900) e pensionati (18.650).
Numeri, a ben vedere, molto significativi e che dimostrano inequivocabilmente come la narrazione che spesso viene rappresentata dai media, ovvero che la maggior parte del carico fiscale IRPEF grava sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati, sia profondamente distorsiva della realtà.
Andrea Dili
Dottore commercialista