Dopo la proroga delle misure restrittive e l’integrazione al DPCM, ANDI ha chiesto l’opinione dell’epidemiologo Giovanni Rezza, componente del Comitato Tecnico Scientifico e Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
È ormai storia passata l’irruzione del COVID-19 nel quotidiano italiano e il progressivo stravolgimento di vite e abitudini. Oggi lo sguardo è rivolto all’evoluzione quotidiana della situazione in essere e alla “ripartenza” che tutti auspicano, seppur nelle forme e nelle modalità che potranno essere più adeguate: da un lato la ripresa delle attività lavorative, dall’altro la sicurezza del massimo contenimento di ulteriori sviluppi del contagio.
PROF. REZZA QUALE È IL QUADRO DELLA SITUAZIONE ATTUALE?
“È stato necessario prendere degli importanti provvedimenti di distanziamento sociale a seguito dei quali la velocità di trasmissione sembra sia diminuita, presentando al momento una situazione di minor carico a livello ospedaliero, specialmente in terapia intensiva con una stabilizzazione del numero dei nuovi casi, che potrebbe preludere a una ulteriore diminuzione dei contagi, come ci auguriamo tutti”.
E QUALE IPOTESI EVOLUTIVA IPOTIZZARE NEL BREVE E MEDIO PERIODO?
“Se gli interventi in essere continuano a dimostrare la loro efficacia, ci si può aspettare una progressiva diminuzione dei contagi, pur tenendo presente che si tratta di un’evoluzione graduale e lenta, anche perché, pur diminuendo la trasmissione a livello di comunità, rimane un certo grado di trasmissione intra-familiare e di focolai ospedalieri, in modo particolare nelle RSA”.
COME PROCEDERÀ LO SVILUPPO DELL’IMMUNITÀ?
“Come la grande maggioranza delle malattie infettive, se si formano degli anticorpi neutralizzanti, si rimane protetti nei confronti dell’infezione, dunque credo che debba valere per il COVID-19 quello che è valso per la SARS e che vale per le malattie infettive in genere ovvero che, dopo averla sviluppata, sebbene non si possano escludere completamente eventuali recidive o ricadute, si può pensare che rimanga un’immunità protettiva”.
IL PROGRESSIVO CALO DEL CONTAGIO
“Purtroppo, non si può parlare di una immunità complessiva in tempi stretti, vista l’ampiezza della popolazione suscettibile e proprio per questo si stanno facendo interventi importanti per interrompere la propagazione del virus, altrimenti ci sarebbe stata un’evoluzione molto più grave e repentina nell’arco di pochi mesi. Per questo vengono adottate misure che rallentino la velocità di circolazione, ma è chiaro anche che l’immunità a livello di popolazione aumenta molto lentamente”.
“Abbiamo richiesto l’autorevole parere del Prof. Rezza per ricevere direttamente dalla Sua voce lo stato attuale della situazione – è il commento di Carlo Ghirlanda, Presidente nazionale ANDI- con il dolore per i colleghi Medici, Odontoiatri, i cittadini caduti e sofferenti in questa battaglia, e pur permanendo l’ordine di STARE A CASA , nel rispetto del quale tutti noi Odontoiatri italiani abbiamo sospeso le nostre attività, cresce la necessità clinica ed economica di valutare i tempi e le procedure per la riapertura degli studi odontoiatrici. Un rientro al lavoro per il quale ANDI si sta già da giorni espressamente impegnando, con la volontà di definire la ripartenza delle nostre attività tramite studi, ricerche e pareri nazionali ed internazionali, i cui risultati saranno presto comunicati a tutti i nostri associati.”