È stato pubblicato in data 18 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale il testo del nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) con i provvedimenti decisi dal governo per cercare di fermare il nuovo aumento di casi di coronavirus, in vigore dal 19 ottobre al 13 novembre. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella conferenza stampa organizzata per illustrare il DPCM, ha annunciato lo stanziamento di ulteriori fondi per la sanità. Si parla di finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e anche di sostegno a medici e infermieri. Nessuna novità per gli Odontoiatri liberi professionisti che da sempre, durante il loro lavoro negli studi, seguono rigorose misure di prevenzione dalle infezioni crociate, misure necessarie per proteggere pazienti e operatori. In questi mesi i dentisti hanno affrontato la pandemia e le conseguenze economiche avendo come obiettivo primario la sicurezza del paziente. Dall’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, al rafforzamento delle misure di igiene e disinfezione. Gli Odontoiatri hanno adottato nuovi protocolli per gli accessi agli studi, per le aree di attesa e per le procedure odontoiatriche attuando misure specifiche per la nuova emergenza sanitaria, rendendo questi spazi ancora più sicuri. Grande la preoccupazione della categoria, soprattutto sulla ricaduta economica della pandemia in atto, in particolar modo su chi opera nella libera professione. Rispettare le disposizioni di sicurezza è importante, tuttavia lo è anche sensibilizzare i pazienti a non rimandare una visita o un trattamento dentale troppo a lungo. Il rischio, in questi casi, è andare incontro a possibili complicazioni e compromettere ulteriormente la salute orale.
Dott.ssa Santaniello, alla luce del nuovo DPCM, quali saranno le ricadute sul comparto odontoiatrico rispetto all’accesso alle cure proprio in questo periodo in cui ricorre il Mese della Prevenzione Dentale, l’unico progetto di prevenzione odontoiatrica attivo su tutto il territorio nazionale fin dal 1980?
”Gli studi dentistici sono luoghi sicuri puliti perché igienizzati da sempre e oggi in più si eseguono protocolli anticovid per la maggiore e specifica sicurezza di pazienti e degli operatori sanitari. In questo momento più che in altri è un luogo di prevenzione essenziale per evitare ritardi diagnostici e l’insorgere di problematiche più serie in quanto la pandemia ha costretto ogni individuo umano, nei mesi del lockdown, a ritardare molte cure, tra le quali quelle dentali. Gli studi dentistici hanno fatto delle regole anticovid il codice primario di ogni accesso in studio e questo e’ ciò che ha contraddistinto, sin dall’inizio, ogni scelta o comportamento di chi in esso vi lavora. Gli studi dentistici sin dal primo momento di questa nuova emergenza sanitaria si sono strutturati, organizzati per diventare massimamente efficienti, si sono dati “linee guida’’ ancora più rigide di quelle imposte dal Governo, per mantenere la salute e la sicurezza di tutti i pazienti. Si sono inoltre impegnati a proteggere l’Italia dal collasso sanitario adempiendo ad ogni obbligo di sanificazione ed igienizzazione, con grande sacrificio e spirito di abnegazione anche per aumento della spesa economica legato al consumo massivo di DPI di cui, la quasi totalità dei dentisti, si è fatta carico senza gravare sui pazienti . Questo è un dato di fatto che va chiarito, riconosciuto e di cui andare fieri come professionisti sanitari, troppo spesso considerati dalle istituzioni e dallo Stato “figli di un Dio minore’’. Incentiviamo quindi i pazienti a proseguire nel loro percorso di prevenzione e cura durante tutto il corso dell’anno confidando nel totale adempimento di tutti gli obblighi di sicurezza da parte dei professionisti”.