Il dibattito tra associazione contestuale e correlazione causale di patologie orali e sistemiche dell’organismo è un dibattito di lunga durata. Nonostante, ad oggi, le prove di una causazione diretta non siano sempre certe o possano risultare in alcuni casi clinicamente deboli, esiste tuttavia una robusta letteratura che lega tra loro questi due aspetti della salute dell’individuo identificandone, oltre ad una condizione di comorbilità, una frequente condivisione di fattori di rischio e una mutua implicazione. Con queste parole David Williams, ordinario di Global Oral Health alla Queen Mary University di Londra, inizia una lunga disamina del rapporto esistente tra salute orale e benessere della persona. Nella sua lunga intervista il cattedratico offre numerosi spunti di riflessione su questo tema complesso.
Le prove di una relazione tra patologie orali e sistemiche sono cresciute negli ultimi anni. Una correlazione forte tra le parodontiti e il peggioramento, e in alcuni casi l’onset, di disturbi diabetici sembra ormai comprovata. Il legame, o quantomeno la mutua implicazione, tra patologie cardiovascolari e respiratorie e una salute orale imperfetta sta venendo indagato con crescente attenzione, anche per la situazione di comorbilità che spesso interessa questi ambiti. Nuovi studi si stanno concentrando anche sul rapporto intercorrente tra l’alterazione della flora batterica orofaringea e la capacità di bloccare una infezione da parte di elementi patogeni esterni: una prospettiva che, durante gli ultimi due anni, ha attirato molti ricercatori a indagare delle possibili correlazioni tra una corretta salute orale e la capacità di resistere al contagio da SARS-CoV-2. Altri promettenti studi stanno indagando la relazione esistente tra salute orale e malattie ritenute un tempo totalmente scollegate dall’ambito odontoiatrico, quali il morbo di Alzheimer e l’artrite reumatoide. In questo campo, molti studi risultano ancora incerti: un ambiente magmatico e in rapido mutamento, in cui i dati freschi delle ricerche sembrano cozzare tra loro, in grado di fornire conclusioni a volte solo parziali. Tuttavia, l’impegno di team sempre più ampi di professionisti, sottolineato dalla necessità di un approccio ampio a queste problematiche, sta spingendo la ricerca verso promettenti sentieri di indagine.
Non sono i dati scientifici, tuttavia, a costituire il cuore dell’intervista. Al centro del discorso si pone piuttosto un’intuizione preziosa: quella di non assumere un atteggiamento attendista di fronte a queste problematiche. Nonostante, o forse proprio perché i dati in nostro possesso ci appaiono ancora incerti, la proposta del Professor Williams, responsabile del Comitato Scientifico Centrale FDI – Federazione Internazionale dei Dentisti, rimane quella di intensificare gli sforzi per garantire un adeguato accesso alle cure odontoiatriche a tutta la popolazione, a livello locale, nazionale e mondiale. Nonostante, difatti, l’eziologia precisa ancora sfugga, l’indagine sul dato aggregato pare ad oggi più che sufficiente a giustificare questo atteggiamento, in grado quantomeno di indicare una probabile correlazione forte tra salute orale e patologie molto diverse tra loro. Il riconoscimento dell’importanza della medicina odontoiatrica come aspetto fondamentale del benessere della persona, ripreso da più parti durante l’emergenza sanitaria ancora in corso, e l’attenzione che l’OMS ha recentemente dedicato a questo tema, appaiono passi promettenti in questa direzione.
Quando parliamo dell’associazione di patologie e della comunanza dei fattori di rischio, vogliamo sottolineare le motivazioni per cui i disturbi dell’apparato orofaringeo vadano trattati alla pari, e anzi unitamente, ad altri aspetti della salute dei nostri pazienti. Fortunatamente, stiamo imparando velocemente il valore della collaborazione interprofessionale, rompendo i limiti imposti dalle singole specialità, per promuovere un metodo che si focalizzi non sulla patologia, ma sul benessere del paziente nel suo insieme.
La necessità di avanzare le nostre conoscenze sull’implicazione tra patologie dell’apparato orale e malattie sistemiche dell’organismo è più che mai pressante: servono risorse e strutture adeguate, per permettere ai nuovi ricercatori di perseguire in autonomia questo itinerario di ricerca – commenta Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale e Responsabile Commissione Esteri ANDI -. “Tuttavia, non dimentichiamo quanto già l’esperienza e la pratica ci suggeriscono. Esistono prove concrete di una correlazione tra molte patologie dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e linfatico e i disturbi dell’apparato orale. A loro volta, le patologie in questione non sembrano semplicemente condividere con altri disturbi sistemici i fattori di rischio, ma costituirsi esse stesse come fattori di rischio per queste: una prospettiva nuova, che conferma una priorità della medicina odontoiatrica nel raggiungimento e mantenimento della salute dei nostri pazienti. Considerare la salute orale non come un ambito specifico, ma come parte integrante del benessere sistemico della persona e della società si riconferma la via maestra che la professione deve saper percorrere.”
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