La Valle d’Aosta, anche grazie al circoscritto numero di professionisti presenti, ha già completato il programma di vaccinazione degli Odontoiatri. Dopo le pressioni esercitate anche dal Presidente ANDI regionale, Luciano Demaestri, è stata avviata la raccolta dei nominativi del personale di studio, per il quale è in corso la vaccinazione.
Dottor Demaestri, come commenta lo scenario dei vaccini nella vostra Regione per il settore odontoiatrico.
Già a dicembre l’Ordine aveva mandato l’informativa a tutti i medici per la registrazione alla prima vaccinazione. Io sono stato chiamato all’inizio di gennaio ed ho ricevuto la seconda dose a fine mese, così come buona parte dei miei colleghi. In Valle D’Aosta, essendo pochi, la vaccinazione è stata organizzata piuttosto bene, i ritardi che ho osservato sono relativi alla ridotta fornitura dei vaccini. Per quanto riguarda il personale ASO e di segreteria, invece, a metà gennaio io mi sono attivato personalmente per farmi fare un elenco dai soci riguardante il personale disponibile ad essere vaccinato ed ho inoltrato tutto al centro di vaccinazione. In questo caso la media delle richieste, dai dati che ho a disposizione, si aggira intorno al 40%, ma le vaccinazioni stanno proseguendo.
Sulle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come Odontoiatra privato cosa proporrebbe? Quali modifiche attuerebbe?
Personalmente ho sempre lavorato su appuntamento, per cui non si è mai creato assembramento in sala d’aspetto e di conseguenza non ho dovuto stravolgere i protocolli, in quanto il mio è uno studio monoprofessionale. Credo che ognuno di noi abbia adattato questi protocolli alle proprie esigenze, ma io personalmente senza grandi modifiche in quanto già prima lavoravo con protezioni e maschere: ovviamente ho aggiunto protezioni ulteriori, come abbigliamento specifico, triage telefonico, misurazione della temperatura ecc., ma da un punto di vista organizzativo devo dire che sono pratiche molto semplici da attuare. La modifica più importante che ho apportato allo studio riguarda un sistema centralizzato di aspirazione, che ho anche consigliato ai miei colleghi, ma ovviamente questa è una scelta individuale.
In che modo la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto sulla capacità di fornire assistenza?
Per quanto riguarda l’anno 2020 sicuramente c’è stato un impatto molto forte da un punto di vista economico. Dai dati in mio possesso il calo è stato nell’ordine del 20%, anche se voglio ricordare che di norma i pazienti si sentono al sicuro all’interno degli studi odontoiatrici, quindi sicuramente non c’è stata una riduzione di assistenza per timore di contagio, a partire da maggio 2020, quando gli studi hanno avviato nuovamente l’attività. La problematica resta di natura economica: la capacità di spesa si è sicuramente ridotta, in quanto da noi tutto il comparto turistico, molto importante per la regione, è praticamente fermo. Tutte le altre attività, come quelle agricole o artigianali, sono comunque legate in parte al settore turistico e di conseguenza, ad oggi, la situazione è veramente critica. Abbiamo molti pazienti che non hanno alcuna previsione riguardo il futuro. Quelli che, avendo stipendio fisso, hanno più garanzie, stanno continuando a portare avanti le cure, ma hanno comunque timore dello scenario a venire, che reputano incerto. Purtroppo, da quello che sento da alcuni colleghi, l’incertezza maggiore è relativa non tanto alla fase che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, quanto a quella dei prossimi mesi, soprattutto per tutto l’anno 2021.
La preoccupazione più grande è per la ripresa economica, che qui potrebbe esserci solamente nella prossima estate o nel prossimo inverno, proprio per motivi legati al turismo, qualora la situazione legata alla pandemia dovesse finalmente migliorare.